Peer Reviewed essays on Women's contribution to 20th Century Architecture and Interior Design

Peer Reviewed essays on Women's contribution to 20th Century Architecture and Interior Design

This is a collection of two essays on Italian women’s contribution to spatial design in the 20th century.

The House I'd Like to Have: Women's Spatial Cultures, Design, and Aesthetic in 20th Century Italy

Interiority
Issue
Vol. 7 No. 1 (2024)
PublishedJan 29, 2024
DOI: https://doi.org/10.7454/in.v7i1.359

Link to free download: https://interiority.eng.ui.ac.id/index.php/journal/article/view/359

Abstract:

"Has any woman ever designed architectures in the past centuries? You may ask her to design a hut, not even a temple! She can't. She is foreign to architecture." These infamous words of Benito Mussolini (1927) reflected the widespread sexism of the Fascist regime and prompted a silent wave of dissent pioneered by women intellectuals, architects, writers, and journalists in the early 20th century. They advocated for a valuable feminine contribution to Italian architecture and their story is still partially unknown by architectural historians today. This essay tackles Italian women's spatial design and aesthetics during the regime, a period in which they kept silently operating within the built environment as professional architects with unbuilt projects and as amateur designers inside their homes. These circumstances, as argued here, determined the emergence of a feminine and feminist approach to architectural design and criticism that transcended the male boundaries of high culture, reinforced by the Fascist regime and in line with the modernist binary understanding of taste and cultural architectural production. The latter is studied through the lens of cultural domesticity, a theoretical framework that merges cultural sociology, feminism, and architecture. By focusing on Italian women's lived experiences and unconventional design approaches, this study ultimately looks at the consolidation of feminine aesthetics and how it informed women's spatial design as it keeps challenging the boundaries of architectural history.

Keywords: domesticity, Italy, feminine, aesthetics, design, interiors

ITA

La casa è donna: Culture abitative femminili nell’Italia del dopoguerra

Capitolo del libro: Per una Nuova Casa Italiana: Prospettive di ricerca e di progetto per la post-pandemia (Pisa University Press, 2022)

Link per il Download: https://www.academia.edu/104505366/La_casa_è_donna_Culture_abitative_femminili_nell_Italia_del_dopoguerra

Abstract:

La Casa è Donna indaga i meccanismi che hanno portato al consolidamento della casa italiana. Nello specifico, esplora la dimensione femminile dell’abitare tramite una analisi culturale, architettonica e di genere dello spazio domestico, avanzando una critica della normatività culturale, spaziale ed identitaria insita nella progettazione delle case, specialmente quelle del dopoguerra.

Infatti, tutto ciò che concerne l’ambito domestico è ancora purtroppo di competenza femminile. È dunque necessario considerare che la casa è uno spazio politico all’interno del quale si manifestano tensioni interpersonali e dinamiche di potere. Queste ultime si materializzano nello spazio domestico, la distribuzione degli stessi alloggi definisce ruoli ed azioni da svolgere nella casa, contribuendo al perpetuarsi di stereotipi di genere. La Casa è Donna: è il risultato di secoli di oppressione, ma è anche diventato gradualmente uno spazio di resistenza e di attualizzazione personale.

Parlare del futuro della domesticità senza tenere in considerazione la centralità delle donne è dunque impossibile. La storia dell’architettura ha finora messo in disparte il ruolo centrale che le donne occupano nella progettazione architettonica, nell’uso e nella decorazione della casa. Questa ricerca compie dunque due specifiche azioni: propone uno studio critico della casa e ripensa radicalmente le metodologie di studio dell’architettura residenziale decentrando il focus di analisi dall’iconico all’ordinario. Nello specifico, unisce il quadro sociologico strutturalista di Pierre Bourdieu ed il femminismo, poiché entrambi si soffermano sulla stretta relazione fra costruzione dell’identità soggettiva e spazio architettonico.

La Casa è Donna tratterà dunque in dettaglio della casa italiana, delle sue incongruenze, tensioni, anacronismi insieme ai processi di resistenza delle donne che le abitano e che, spesso, li progettano. Romperà i rigidi valori dell’alta cultura che sono fondativi della critica e storia dell’architettura per scendere nell’intimo e nel femminile. Menzionerà donne, architette, pioniere nella progettazione della casa di cui non è mai stato parlato finora. Infine prenderà una posizione chiara nei confronti del tema della casa prima e dopo la pandemia. Infatti, se la pandemia ci ha insegnato qualcosa è che è ora di vedere l’architettura da un’altra prospettiva, non più dall’alto come i maestri modernisti, ma da dentro casa, come hanno troppo spesso fatto le donne.

The City-bridge that Defied Perspective: a 1965 Vision by Maurizio Sacripanti

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